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La Cassata di Oplontis

Sapete cosa ho fatto per prima cosa al ritorno dal sopralluogo alla mostra “Scritto nelle Ossa”? Ho telefonato al mio dentista….e ho preso un appuntamento!! Ebbene si, nonostante la comune fobia per la poltrona delle torture, ho cercato il modo più semplice per fugare dalla mia mente una visione scioccante. Una mandibola di un poveraccio (manco tanto vecchio) morto nella Roma imperiale e sepolto con il suo bel apparecchio d’oro sui denti; un filino giallo lucente rigirato più volte attorno ai denti residui. Tutti gli altri non se la passavano meglio: carie in ogni dove e altre terrificanti patologie dentarie. Bene, la mostra è incredibile e molto interessante…ma la fobia del dentista rimane. A cosa voglio arrivare??? Alla ovvia considerazione sulla scarsa igiene dentale nell’antichità ma soprattutto al tipo di leccornie che dovevano mangiare i suddetti antichi per avere i denti ridotti così!

Ma no, le leccornie non c’entrano. E’ ovvio che gli individui studiati per la mostra appartengono a ceti sociali che assai difficilmente avrebbero potuto accedere ai lussuosi banchetti che la letteratura ci ha tramandato. I Luculli, i Trimalcioni e i loro amici erano ben lontani dalle parche mense della gente del popolo.

Ma siamo qui per parlare di antico e di cibo, non di dentisti. Per questo il collegamento tra le carie e i dolci è presto fatto: vi riporto alcune delle ricette dolci più conosciute e riportate dalle fonti. Il miele la fa da padrone e i denti (molto più che con lo zucchero raffinato di oggi) soffrivano assai. Ah, sapete che esisteva anche un tipo di dentifricio fatto co conchiglie tritate, paglia e….miele. Allora ditelo…

La cassata di Oplontis (immagine del post)

La ricetta non è tramandata per iscritto ma ci è nota l’immagine in un affresco nella Villa di Oplontis (Torre Annunziata). Molto simile alle cassate siciliane odierne, è stata più volte riproposta come dolce a base di ricotta e miele, ingredienti molto usati nelle preparazioni romane. Non riporto le ricette che ho trovato perché sono tutte ipotesi moderne basate su ingredienti reperibili all’epoca. A me basta l’immagine assai eloquente dell’affresco per capire di cosa stiamo parlando. Datteri, fichi secchi, albicocche, miele, ricotta. Slurp...

Le seguenti , invece, sono ricette tratte dalle fonti storiche. Apicio (De Re Coquinaria) e Catone (De Agricoltura)

Datteri snocciolati; farcirli di noci, di pinoli o di pepe tritato. Salarli e figgerli nel miele. ( A. VII, XIII, 1)Cuocere nel latte i sedani a pezzi; sgocciolarli e metterli brevemente nel forno: appena tolti punzecchiarli e cospargerli di miele e un po’ di pepe. (A. VII, XIII, 2).Bagnare del pane raffermo nel latte, friggerlo nell’ olio e cospargerlo di miele . (A. VII, XIII, 3).

Globus: Preparerai così i “globi”. mescolerai in parti uguali formaggio e farina di farro. Con questo impasto farai tutti i “globi” che vuoi. Verserai dello strutto in una padella calda. Ne friggerai uno o due per volta, e li rigirerai con due palette: quando saranno fritti li toglierai, li spalmerai di miele, ci gratterai sopra del papavero. Li servirai così.Mescolare ricotta e farina: con l’ impasto formare delle palline o delle ciambelline e friggerle nell’ olio bollente o nella sugna. Cospargerli di miele e di semi di papavero. (Cat. 79)

Encytum. Preparerai l’”encytum” allo stesso modo dei globi, ma ci si dovrà fornire di un imbuto largo. Con questo verserai l’impasto nello strutto bollente. Darai ad esso la forma di spirale, alla perfezione. Lo rigirerai con due palette e lo tirerai su. Come i “globi”, lo spalmerai di miele e lo farai colorare quando non è troppo caldo. Li servirai con miele o con vino melato.Come sopra, ma fatto cadere a spirale nell’ olio caldo, per poi condirlo con il miele. (Cat. 80)

Savillum. Mescolare 1 etto e mezzo di farina con 7etti e mezzo di formaggio, 70 g di miele e 1 uovo. Metterlo al forno e una volta cotto spalmarlo di miele e di semi di papavero. (Cat. 84)Mostaccioli mescolare il mosto con 800 g di farina, semi di aneto e di cumino, 60 g. di strutto, 30 g. di ricotta. Poggiare l’ impasto su foglie di lauro e infornare. (Cat. 71)

Andremo a vedere i denti sopracitati e tantissime altre cose durante la Visita guidata alla mostra “Scritto nelle Ossa, Vivere ammalarsi e curarsi nella Roma Imperiale”Sabato 10 maggio ore 10.00 Roma, Museo della Via Ostiense.


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