Sotto il “Titolo”.
Stavolta il sabato dei sopralluoghi ci ha portato vicino casa, in un quartiere dove si incontrato odori incredibili. Al limitare dell’antica Suburra, dove il popolino dell'antica Roma si è trasformato nel popolo multicolore del colle Oppio di oggi; dove nel parchetto giochi in piena Domus Aurea ancora fanno effetto le belle mammine ingioiellate “di Monti” separate da uno steccato dai coloriti abitanti delle panchine, il cui fardello di vita dolorosa è forse appena stato alleviato da un pasto nella vicina sede Caritas.
A cinquanta metri dal cancello del parco del Colle Oppio c’è la Basilica di S. Silvestro e Martino ai Monti. Scesi nella bella cripta semianulare, posta al primo livello sotterraneo della basilica, si scorge in un angolo nascosto una porticina che conduce al terzo interrato; percorrendo una scalinata e toccando con mano l’aria pesante, umida e fredda del sottosuolo si arriva al piano delle strutture romane, probabili resti del “Titulus Equitii”. Edifici di II sec. d.C. con rifacimenti e ristrutturazioni di IX sec. e una ininterrotta serie di testimonianze di frequentazione che attraverso il medioevo arrivano fino a oggi. I Titoli erano edifici di epoca romana post-costantiniana che avevano assunto la funzione di primitive basiliche cristiane; le aule o gli interi edifici appartenenti a ricchi patrizi seguaci della nuova religione e all’interno dei quali si erano fino ad allora svolte riunioni private di fedeli, dopo la liberalizzazione del cristianesimo furono donate alla comunità per costruirvi luoghi pubblici di culto. In genere le dediche (Tituli) erano riferite ai proprietari degli originari edifici nei quali avvenivano le riunioni.I sotterranei delle Chiese Romane nascondono dei gioielli per lo più sconosciuti; luoghi affascinanti, non tanto per le storie di persecuzioni cristiane che troppo facilmente gli sono state accostate, ma per la concreta possibilità di apprezzare l’avvicendarsi dei secoli in uno sviluppo verticale.
Andremo a visitarla il 12 Aprile alle ore 15.00.